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Saturday, October 18, 2008

"Alberi morti" e digital newspaper di plastica


Speriamo sia la volta buona. Sembra essere finalmente arrivato il momento in cui il piacere di leggere il giornale in poltrona (o al tavolino del bar guardando il mare a S' Archittu :-) is sposi con l' efficienza dell' informazione digitale.

http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1077864/Revolutionary-plastic-e-paper-set-hit-high-street.html

E' arrivato il giornale elettronico di plastica. Elettronico ma anche flessibile come la carta (qui il video http://www.youtube.com/watch?v=Jwld9lGKSz4&feature=related).

Credo che tutti noi che ci occupiamo di formazione (anche) nei media digitali abbiamo almeno una volta fatto fare un' esercitazione ai nostri studenti, chiedendo loro di fare uno sforzo di immaginazione e provare a "inventare" un nuovo "device" che potesse essere aggiornato sull' informazione rilevante quotidiana e avesse comodità e flessibilità massima di utilizzo. L' esercitazione finiva naturalmente con la scoperta che non c' era nulla che potesse essere paragonato per comodità e flessibilità al giornale su carta.

Ci informano che: "The e-reader is the brainchild of students at Cambridge University's Cavendish Laboratory and will be developed by manufacturing plant Plastic Logic at a factory in Germany. The invention is due to hit the high street next year. Each part of the design will be made from plastic and will be super-thin, as light as the average magazine and able to store and display documents."

Beh, se funzionerà di sicuro smetteremo di chiamare i giornali su carta "dead tree papers" :-)

Siamo qui che lo aspettiamo ...

Tuesday, July 22, 2008

Conoscere i comportamenti sociali dei consumatori per poter lavorare nel web 2.0

Un articolo interessante di Knowledge.Wharton della University of Pennsylvania sul tema della relazione tra imprese e nuovo web

http://knowledge.wharton.upenn.edu/article.cfm?articleid=2009

In grande sintesi: per poter sfruttare il potenziale dei nuovi mercati interconnessi è necessario capire l' uso sociale della rete da parte dei consumatori. Farlo non è facile, non si tratta solo di produrre qualche statistica sull' uso di siti come MySpace o dei blog ma di capire a fondo le ragioni (il WHY) dei nuovi (o rinnovati) comportamenti sociali dei consumatori. Solo così si può sperare di capire le sfumature e le radicali differenze di comportamento e opportunità nei diversi ambiti culturali della rete.

AM

Saturday, June 7, 2008

Segnalo questa presentazione di Bernard Cova sul tema delle brand communities.

http://www.dea.unipi.it/db/UtentiEA/rsbrana/Cova,%20Brand%20communities.pdf

La distinzione importante ripresa in questa presentazione è tra "comunità di marca" e "consumption tribes"; le prime sono centrate su una marca specifica, le seconde fanno riferimento ad interessi comuni nel consumo ma non necessariamente legate ad una marca. Il focus dell' intervento dell' azienda ovviamente nei due casi cambia.

L' approccio di Cova assegna particolare importanza allo studio dei "riti" della comunità, attraverso i quali si crea il collante per la partecipazione.Un altro principio importante ribadito (personalmente penso sia il principio base per non sprecare risorse in questi progetti) è che bisogna fare leva su comunità preesistenti più che inventarsi comunità nuove. Penso sia importante ricordarsi che le comunità sono fenomeni sociali, non possono nascere in laboratorio.

Una importante lezione che viene dalle esperienze più recenti è che è necessario impostare una relazione con i membri della comunità in modo da includerli nei progetti e nelle decisioni aziendali (es.Nissan), non solo considerare l' ambito dello scambio di informazioni o della socializzazione.

AM

Saturday, March 15, 2008

Bibliografia

Una bibliografia di base sui social media:


Gillin, P. 2007 The new influencers. Quill Drivers Books

Holtz, S., Demopoulos, T. (2006), Blogging for Business, Kaplan Business,

Meerman, D. 2007 The new rules of marketing and PR. Wiley

David Kline, Dan Burstein, Arne J. De Keijzer (2005) Blog!: How the Newest Media Revolution is Changing Politics, Business, and Culture. CDS Books

Justin Kirby, Paul Marsden (2005) Connected Marketing, First Edition : The Viral, Buzz and Word of Mouth Revolution.

Schumann, D. W.; Thorson E. (2007) Internet Advertising. Theory and Research. Erlbaum

Tapscott, D.; Williams, A. 2006 Wikinomics, Penguin

Efraim Turban, Dorothy Leidner, Ephraim McLean, James Wetherbe (2005) Information Technology for Management : Transforming Organizations in the Digital Economy. John Wiley & Sons

Weber, L. (2007), Marketing to the Social Web, Wiley

Monday, January 21, 2008

Tourism 2.0

A questo indirizzo si trova una presentazione di Alan Lew, Northern Arizona university, sul tema di come il web 2.0 e i social media cambiano il turismo.
http://www.slideshare.net/alew/travel-20-the-emerging-web-20-virtual-travelscape

In effetti i social media hanno caratteristiche particolarmente interessanti per il turismo, per la capacità di far leva sull' attitudine dei consumatori di passarsi informazioni e contenuti, utili in fase di scelta della destinazione ma anche dei servizi. La dimensione a network si applica non solo ai consumatori ma all' intera catena del valore (tutti gli operatori coinvolti).

Il settore, in questa prospettiva è concepito come un ecosistema come è evidente da questo secondo contributo
http://www.eduwilliam.com/index.php?s=tourism&submit=Invia+query

Qui invece una interessante lista e classificazione di blog tourism-related
http://www.slideshare.net/gthevenot/blogs-in-the-tourism-industry

Questa presentazione invece ha diversi esempi a contrasto tra web 1.0 e web 2.0
http://www.slideshare.net/unodewaal/travel20

Saturday, January 12, 2008

Blogs e giornalismo

Uno studio sull' influenza dei blogs sul lavoro dei giornalisti

http://www.marketingcharts.com/print/blogs-influence-journalists-nearly-all-facets-of-news-coverage-2982/?camp=newsletter&src=mc&type=textlink


Interessante non solo come ennesima prova del fatto che i blog sono iun fenomeno importante ma anche per capire meglio come cambia il processo di selezione e copertura delle notizie (agenda building).

L' uso del video-sharing negli USA

Ecco il link ad un nuovo report dell' istituto PEW Internet & American Life Project sull' uso dei siti di video sharing negli USA.

http://www.pewinternet.org/pdfs/Pew_Videosharing_memo_Jan08.pdf

Quasi metà degli adulti americani usa siti tipo Youtube e simili.
Cosa interessante è che le donne stanno aumentandone l' uso e che la stessa cosa sucedde nei segmenti di età più avanzata. Il video-sharing non è più roba solo per ragazzini.

Qui di seguito trovate il precedente report sullo stesso argomento, pubblicato in luglio 2007

http://www.pewinternet.org/PPF/r/219/report_display.asp